Notre-Dame des-Fleurs by Jean Genet

Notre-Dame des-Fleurs by Jean Genet

autore:Jean Genet [Genet, Jean]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788865764114
Google: 2ydhDwAAQBAJ
editore: Il Saggiatore
pubblicato: 2015-11-12T13:08:53+00:00


Cantava ridendo. Il suo volto luminoso e liscio, con i tratti e i piani sconvolti da una nottata di risate, di balli, di tumulto, di vino e d’amore (la seta dell’abito era macchiata), si offriva agli albori del giorno come al bacio gelido di un cadavere. Sebbene fossero di stoffa, le rose che aveva nei capelli erano appassite sul loro stelo d’ottone, ma resistevano ancora e sembravano comporre una fioriera cui ci si fosse dimenticati di cambiare l’acqua. Le rose di stoffa erano proprio morte. Per ridare loro un po’ di vivacità, Notre-Dame alzava il braccio nudo e l’assassino aveva un gesto appena più brutale di quello che avrebbe certamente avuto, per sgualcirsi lo chignon, Émilienne d’Alençon. In realtà, assomigliava a Émilienne d’Alençon. Il sellino di quell’abito azzurro (era quel che chiamavano un sedere posticcio) inteneriva, fino a farlo sbavare leggermente, il grande negro glorioso. Divine li guardava precipitarsi verso la spiaggia. Notre-Dame cantava tra i bidoni di spazzatura. Immaginate un’Eugénie Buffet bionda, completamente vestita di seta, che canti una mattina nei cortili, al braccio di un negro in abito da sera. Il miracolo è che nessuna delle finestre della strada si sia aperta lasciando spuntare il volto insonnolito di una bottegaia o del suo compare. Quella gente non sa mai cosa succede sotto le loro finestre, ed è tanto di guadagnato. Ne morirebbero di dolore. La mano candida (con le unghie listate a lutto) di Notre-Dame era appoggiata di piatto sull’avambraccio di Seck Gorgui. Le loro braccia si sfioravano con un gesto così delicato (il cinema doveva pur c’entrarci in qualche modo) da far pensare irresistibilmente, vedendolo, allo sguardo delle madonne di Raffaello, la cui castità sta forse soltanto nella purezza che il nome suggerisce, giacché aprì gli occhi al piccolo Tobia. La rue Lepic scendeva a picco. Il negro in frac sorrideva come soltanto lo champagne sa far sorridere, con quell’aria di essere in cimbali, vale a dire assente. Notre-Dame cantava:

Tarazum, tarazum pa pa!

Tarazum pa pa!



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